Cuneo – Forza di resistere e voglia di ripartire, necessità di rinnovarsi e ripensarsi, ma anche di essere sostenute in un nuovo sviluppo economico dopo i danni della pandemia: emerge tutto questo dal mondo della cooperazione cuneese, che nella mattinata di oggi (venerdì 30 aprile) è stato protagonista di un confronto avviato dalla Camera di commercio in base alla sua indagine sullo stato di salute e sul clima di fiducia delle cooperative della Granda. Con rappresentanti delle quattro organizzazioni di riferimento (Confcooperative, Legacoop, Agci e Uecoop) e con testimonianze da quattro realtà attive in settori differenti (Cantina Clavesana, Compagnia Il Melarancio, Cooperativa Vitale Robaldo e Armonia Work) sono stati portati numeri e storie per capire come la cooperazione, e il suo 8% di Pil nazionale che rappresenta, ha affrontato il 2020 e guarda al 2021.
Nell’indagine, coordinata dalla Cciaa, si affermano alcuni punti: la forte incertezza generata dal Covid, con oltre metà delle cooperative che hanno registrato una contrazione di fatturato; il massiccio ricorso alla cassa integrazione; la difficoltà di puntare su smart working e innovazione; “conseguenze gravi e significative” per il 40% delle realtà coinvolte; tre cooperative su quattro non prevedono investimenti tecnologici, ma il 47% di loro ha investito o intende farlo.
“La pandemia non ci ha risparmiati – ha detto Alessandro Durando, presidente Confcooperative Cuneo e vicepresidente Cciaa Cuneo (a destra nella foto) -, ha colpito in modo differente, ma non lascia solo fatiche e ferite. Sono stati confermati i nostri punti di forza, a partire da capitale umano e spirito cooperativo; sono emersi elementi nuovi, come il ruolo dei giovani e le nuove progettualità; si profila l’importanza di stare sul territorio, oltre al ruolo delle associazioni di categoria per mantenere la dimensione di prossimità, fornire servizi consulenziali specialistici e formazione dei dirigenti”.