11 agosto 2009. Mille e cinquecento chilometri di sentieri e mulattiere lungo tutto l’arco alpino da Trieste a Montecarlo, percorsi a piedi, con tappe di 55-60 chilometri al giorno: una sfida lanciata da una professoressa, accettata e vinta da un ragazzo di 24 anni, Federico Bronzin, di Asti, studente della Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Torino.
“Con la mia insegnante – racconta – stavamo cercando un argomento per la tesi di laurea sulla psicologia degli sport estremi ed alla fine le ho detto: non si preoccupi, all’impresa fuori del comune ci penso io, prima la faccio e poi la racconto”.
E così la notte tra il 20 ed il 21 luglio, armato soltanto di un paio di scarpette da ginnastica rinforzate e due bastoncini “nordic walking” in mano, Federico si è lanciato in una traversata “in solitaria” delle Alpi.
A dare un tocco di “cuneesità” a questa avventura, è stata la tappa di martedì 11 agosto, quando Bronzin, partito alle prime dell’alba da Sampeyre, verso le 11 ha raggiunto il Colle del Mulo, 2.527 metri sul.livello del mare, in alta Valle Grana.
“Cosa voglio dimostrare con questa traversata? Due cose. La prima, che i calcoli con sette cifre dopo la virgola dei dottori specialistici che pensano di sapere e programmare tutto non servono a niente, perché la cosa fondamentale è la testa dell’uomo. La seconda cosa è che ognuno di noi può superare il suo limite”.
Dal Colle del Mulo, Federico è sceso in valle Stura facendo tappa a Pietraporzio. Il giorno dopo la salita al Malinvern, le Terme di Valdieri, quindi il passaggio in Francia attraverso il Passo del Ciriegia ed infine sabato 15 agosto il trionfo con l’arrivo allo stadio di Montercarlo.
A chi dedica questo pagina indimenticabile della sua vita?
“Alcuni anni orsono sono stato vittima di una terribile incidente stradale: due settimane in coma, una lunga convalescenza, una gamba di tre centimetri più corta dell’altra. Altri giovani come me hanno passato e passeranno questa esperienza drammatica: con la mia traversata delle Alpi voglio dire a tutti loro che nonostante le ferite del corpo, è possibile non solo ritornare alla normalità, ma addirittura prendersi delle formidabili rivincite, raggiungendo traguardi eccezionali. Tutto dipende dalla nostra testa”.