Talvolta il caso fa bene le cose, come collocare la Giornata mondiale del libro alla vigilia, per l’Italia, dell’anniversario della Liberazione insieme alla memoria della Resistenza.
Perché in tempi confusi come quelli che stiamo vivendo anche il libro, (“liber” è per metà già “liberazione “) può dare un contributo importante alle esperienze di umane resistenze, in risposta all’affievolirsi dell’intelligenza e al declino della cultura sotto i colpi dei media e dei social in particolare.
Ci vuole sempre più “resistenza” per non farsi ingannare dalla brevità del tweet, molto meno faticoso della lettura di un libro e subito ricompensato da numerosi rilanci, spesso una spirale di qualità culturale declinante.
È l’occasione – e la pandemia lo ha insegnato – per riscoprire il piacere della lettura, ritrovare tempi lunghi di silenzio e prepararsi ad affrontare un futuro che avrà bisogno di molta pazienza e di grande capacità di resistenza.
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