Cuneo – In tempo di pandemia, la coltivazione degli orti, anche quelli urbani, è diventata una pratica sempre più diffusa, sia in città che in periferia. Prendersi cura delle piantine sul balcone o di un piccolo appezzamento di terra, in cui far crescere frutta e verdura è, oltre a un risparmio economico, un anti stress naturale e un modo per impegnarsi in qualcosa, per poi raccoglierne i frutti, sempre più apprezzato dalle diverse generazioni. Se poi l’orto è sociale, cioè coltivato da persone in difficoltà, e con prodotti il cui ricavato viene destinato a famiglie disagiate dal punto di vista economico, il valore aggiunto è inestimabile.
Una realtà che, soprattutto grazie all’input di parrocchie e cooperative sociali, si sta sviluppando sempre di più anche nel Cuneese. Un ritorno alla terra che affascina anche i più giovani e chi, facendo lavori da ufficio o attività che richiedono grandi sforzi intellettivi, trova, nel prendersi cura di qualcosa e vederlo crescere, un anti stress naturale e terapeutico. Una buona pratica che viene insegnata anche in molti asili, perché coinvolge i bambini insegnando loro che, prendendosi cura di ciò che viene loro affidato, potranno raccoglierne i frutti.