Cuneo – L’emergenza Covid ha imposto un cambiamento radicale del modello economico globalizzato, dal modo di rapportarsi con i consumatori alla sostenibilità ambientale, economica e sociale e nel futuro scenario post emergenza l’innovazione sarà uno strumento imprescindibile per garantire la prosperità della società. Una realtà che vede sempre più al centro l’agroalimentare con una filiera che in Italia vale oltre 538 miliardi di euro, il 25% del Pil e offre lavoro a 3,7 milioni di persone dal campo alla tavola, passando per industria, distribuzione e ristorazione. Considerata quindi l’importanza del settore serve un impegno che deve coinvolgere imprese e istituzioni per la nascita del primo piano nazionale dell’agrifood 4.0 con obiettivi chiari e definiti.
In piena pandemia, nel maggio 2020, è nata la prima via italiana per l’agroalimentare 4.0, dal campo alla tavola con tecnologie, sicurezza e controlli 100% made in Italy, annunciata da Coldiretti con il lancio del “Manifesto per l’agricoltura 4.0” in collaborazione con Filiera Italia e Bonifiche Ferraresi. L’agricoltura 4.0 di precisione vale oltre 450 milioni di euro e mira a coinvolgere entro due anni il 10% della superficie coltivata in Italia con lo sviluppo di applicazioni sempre più adatte alle produzioni nazionali su diversi fronti: ottimizzazione produttiva e qualitativa, riduzione dei costi aziendali, minimizzazione degli impatti ambientali, taglio dell’uso di acqua e del consumo di carburanti. Fra i primi promotori dell’iniziativa, oltre a Coldiretti, Filiera Italia e Bonifiche Ferraresi, anche Abaco, Agrorobotica, Antaresvision, Blutentacles, Bluarancio, Bs Company, Cynomis, Edo, Ibf, Idroplan, Hort@, XFarm, XNext, Ono, Revétree, Youfarmer, Agrofood Bic, Radarmeteo, Evja, Meteoleaks, Tokenfarm e Tziboo.