Dogliani – Bombe di semi autoprodotte, sono state “sganciate” dai volontari di Castello c’è nel borgo antico di Dogliani. E ora si attende con ansia la magica esplosione di gioia. Una vegetazione il più possibile spontanea? Un obiettivo da raggiungere per i volontari di “Castello c’è” che prevede il lancio a suon di “bombe”. Si ma di semi affidati al vento e alla sapienza di madre natura. Un metro originale per leggere l’ambiente ma che inonderà, una volta completato il ciclo, gli angoli più belli di Castello di splendidi fiori coloratissimi. La pratica delle bombe di semi, o “seed boms” era già conosciuta ed utilizzata nell’Egitto dei Faraoni dopo le inondazioni primaverili del Nilo mentre in Giappone è nota come “tsuchi dango” o “gnocco di terra” ripresa dal maestro giapponese Masanobu Fukuoka, maestro dell’agricoltura naturale e del non fare. L’idea riduce al minimo l’intervento umano, asseconda la natura e salvaguarda la biodiversità. Una Seed bomb va lanciata o appoggiata semplicemente sul terreno, aspettando che sia il resto a fare il suo corso. L’elemento distintivo di questa pratica è che le bombe non devono essere interrate, basta lanciarle perché il mix compositivo (terra, carta e concime) garantisce la germinazione dei semi contenuti. Le bombe autoprodotte, sono state “sganciate” dai volontari che sperano di ottenere 1000 fioriture naturali nei luoghi da colorare. Questa è l’unica guerra da programmare che piace combattere al borgo antico.