Torino – Prosegue oggi in consiglio regionale il dibattito in merito alla proposta di legge sul gioco d’azzardo patologico, a prima firma del consigliere della Lega Leone, che si propone di modificare significativamente la legge regionale del 2016 della Giunta Chiamparino. Hanno raggiunto quota 65mila gli emendamenti presentati dalle opposizioni che saranno discussi nei prossimi giorni.
La proposta cancella di fatto l’intero provvedimento del 2016 eliminando la scadenza di maggio 2021 per l’adeguamento delle sale da gioco al “distanziometro”. Tra le modifiche più significative il fatto che, mentre le nuove autorizzazioni all’esercizio non verranno concesse nel caso di ubicazioni in un raggio inferiore a 250 metri (oggi sono 500 i metri) da istituti scolastici primari e secondari, università, biblioteche pubbliche, strutture sanitarie e ospedaliere, resteranno valide le autorizzazioni concesse prima della data di entrata in vigore della presente disposizione.
Diverse sono state nella giornata di ieri le richieste di sospensiva all’approvazione della legge. Il consigliere Pd albese Maurizio Marello oltre la sospensiva ha chiesto il passaggio al Consiglio autonomie locali (Cal) in quando “ha ricadute sugli enti locali”. Una richiesta accordata dal presidente del Consiglio del Piemonte Stefano Allasia che ha proceduto ad inviare comunque la nuova proposta di legge proprio al Cal che la discuterà venerdì 23 aprile.
“Ritengo importantissimo questo passaggio e sono soddisfatto che i sindaci e i comuni abbiano la possibilità di esprimersi. La legge ha funzionato bene: le “slot” in Piemonte in 4 anni sono passate da 26 mila a 13 mila, il volume giocato si è ridotto di oltre 500 milioni di euro e si è ridimensionato significativamente il numero di coloro che sono caduti nella dipendenza da gioco d’azzardo. Ritengo la sua abrogazione un fatto gravissimo” ha commentato Marello.
Intanto i consiglieri leghisti che stanno spingendo sull’approvazione hanno ribadito la loro decisione “preoccupati per migliaia di lavoratori che operano nell’ambito del gioco legale, che sul territorio piemontese rischiano il posto di lavoro”.