Cuneo – L’Istituto Internazionale di Elicicoltura, il Consorzio della Chiocciola di Borgo San Dalmazzo e delle Valli circostanti e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte Liguria e Valle d’Aosta (IZSPLV) hanno posto le basi per la creazione di un Centro di studi scientifici sull’elicicoltura.
Una collaborazione che vedrà la partecipazione anche dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, dell’Università di Torino – Dipartimento di Scienze Veterinarie e dell’Asl Cn2.
Un progetto che nasce dalla necessità di studio e analisi del mondo dell’elicicoltura, come peraltro richiesto a gran voce dagli stessi allevatori e consumatori. Si partirà con uno studio su quattro specie di chiocciole: Helix Aspersa Maxima, Helix Aspersa Muller, Helix Pomatia Alpina e Eobania vermiculate, che saranno monitorate nelle stesse condizioni climatiche e alimentari dell’habitat in cui vivono.
“La collaborazione – spiega il direttore di IZSPLV, Angelo Ferrari – nasce con l’obiettivo di rendere il più possibile sostenibili le produzioni in un’ottica di Economia Circolare”.
Il presidente del “Consorzio Chiocciola di Borgo e delle Valli circostanti”, Guido Giordana: “La provincia di Cuneo è stata l’origine della ricerca nel settore elicico. Questo progetto unisce l’esperienza di due organizzazioni di grande esperienza quali l’Istituto Internazionale di Elicicoltura di Cherasco e il Consorzio Chiocciola di Borgo, già 1° Centro di Elicicoltura, che collaboreranno sotto l’egida dell’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Sarà certamente una sinergia che porterà a grandi risultati nell’ottica di un’elicicoltura globale”.
Aggiunge il direttore dell’ “Istituto Internazionale di Elicicoltura”, Simone Sampò: “Sono sempre più consapevole, e ne sono testimoni le istanze degli elicicoltori in Italia e nel mondo che seguiamo, che l’elicicoltura non possa più essere considerata una tipologia di allevamento improvvisato, come è successo purtroppo in passato. La sinergia fra gli enti, le istituzioni e le Università e l’utilizzo di tecnologie avanzate quali la sensoristica digitale devono entrare nel tessuto attivo del mondo dell’elicicoltura, al quale oggi spetta di diritto un’attenzione e un’organizzazione scientifica competente a tutela del consumatore”.