Un’inchiesta “vecchio stile”, nel nome di un giornalismo a cui purtroppo il mondo dell’informazione riserva sempre meno spazio e risorse, è diventata un racconto folgorante e indimenticabile nella vita e nelle storie delle persone che restano ai margini del sogno americano e un’indagine nel cuore dell’America profonda e vera.
Per la sua inchiesta “Dopo la pensione” che è alla base di questo libro, Jessica Bruder ha vissuto per mesi in un camper, documentando la vita degli americani itineranti che hanno abbandonato la loro casa per vivere la strada a tempo pieno e per cercare di non essere travolti e spazzati via da un’esistenza precaria e priva di rete di protezione che li ha obbligati a dover scegliere tra pagare l’affitto o comprare cibo e medicine. Dal Messico al confine canadese, da Est a Ovest, il progetto si è sviluppato nell’arco di tre anni e oltre 15.000 miglia al volante per raccogliere un numero impressionante di storie di persone di ogni età, ma in particolar modo in età da pensione, che hanno deciso di mettersi in viaggio, da un lato all’altro degli Stati Uniti, attraverso i mezzi di trasporto più disparati, tra un lavoro precario e l’altro.
“Persone che non avevano mai immaginato di diventare nomadi si mettono in viaggio”.
Dal libro è tratto il film omonimo di Chloé Zhao, interpretato da Frances McDormand, vincitore del Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia 2020.
Nomadland
di Jessica Bruder
Edizioni Clichy
17 euro