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Lunedì 25 novembre 2024

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Morì investito da camion, assolti i responsabili dello stabilimento

Michelin di Ronchi, per i due dirigenti a processo secondo il giudice "il fatto non sussiste". La vittima era un autotrasportatore di Pisa, nel marzo 2016

La Guida - Morì investito da camion, assolti i responsabili dello stabilimento

Cuneo – Si è concluso con l’assoluzione il processo per omicidio colposo avvenuto all’interno dello stabilimento Michelin in cui il 7 marzo 2016 aveva perso la vita Salvatore Migliore, autotrasportatore 62enne di Pisa, investito da un camion in manovra, e in cui erano imputati il direttore dello stabilimento S. M. e G. C. responsabile dei servizi di manutenzione.
L’autista polacco del camion che aveva investito la vittima e il suo datore di lavoro avevano già patteggiato la pena, mentre i due dirigenti dello stabilimento erano a processo con l’accusa di non aver messo in atto tutte le misure necessarie a evitare situazioni di pericolo.
Secondo lo Spresal (il servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, dell’Asl Cn 1), al fine di evitare l’incidente sarebbe stato necessario dividere la zona di transito pedonale da quella di manovra dei mezzi con barriere e le strisce pedonali avrebbero dovuto essere più evidenti.
Dalle testimonianze e dalla ricostruzione della dinamica dell’investimento è risultato che sia l’autista polacco sia la vittima avevano tenuto dei comportamenti rischiosi: il primo aveva infatti installato un pianale porta computer sul cruscotto che impediva una corretta visuale proprio nel punto di impatto con la vittima, la quale da parte sua, uscendo dall’area ristoro insieme a un collega e diretto al proprio camion, si sarebbe distratto rispondendo al cellulare e si sarebbe discostato dal percorso “a L” indicato per i pedoni, procedendo in diagonale.
Nelle sue conclusioni il pubblico ministero aveva quindi distinto le responsabilità dei due imputati, chiedendo l’assoluzione per il responsabile dello stabilimento S. M. proprio in virtù “dell’organizzazione interna molto articolata, tale per cui le condotte contestate non si possono ascrivere al direttore dello stabilimento che aveva delegato G. C. alla manutenzione”, mentre ha chiesto la condanna per quest’ultimo a 16 mesi.
Il difensore di G. C. ha controbattuto alla richiesta dell’accusa ribadendo che anche il servizio di manutenzione era molto articolato, con circa 150 dipendenti organizzati a vari livelli e che lo stesso consulente della Procura aveva parlato di imprudenza da parte sia dell’autista sia della vittima e parlando del nesso causale, aveva menzionato solo l’investitore e il pedone.
Secondo i difensori, le strisce pedonali per quanto usurate, erano visibili e nessuna prescrizione imponeva la realizzazione di barriere e cordoli per separare i percorsi pedonali da quelli dei mezzi.
Il giudice ha accolto le richieste delle difese assolvendo i due dirigenti per insussistenza del fatto.

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