Egregio direttore,
Questa lettera nasce da un’iniziativa di alcuni pazienti oncologici appartenenti al gruppo “Sconfiggiamo il cancro al polmone” di ALCASE Italia, prima e più nota organizzazione no-profit italiana dedicata esclusivamente alla lotta al cancro del polmone.
Gli autori vogliono esprimere la loro vicinanza a tutti coloro i quali sono stati, sono o saranno colpiti da un virus che ha trasformato il nostro pianeta in un campo di battaglia contro una pandemia, a cui nessuno era preparato.
Ma anche dire ai sani che la sofferenza e il bisogno di aiuto riguarda molti malati, allo stesso modo, indipendentemente dalla categoria cui essi appartengono. E buon senso vorrebbe che tutte le più gravi malattie siano ugualmente oggetto di prevenzione.
“Ognuno di noi, malati di neoplasia polmonare, è consapevole di quante analogie legano le persone affette da un tumore come il nostro e quelle malate da infezione di SARS-CoV-2.
Ciascuno di noi vuole condividere la propria sofferenza e far comprendere al contempo cosa significa essere colpito da una malattia che attacca l’ organo deputato alla respirazione. Come fa il cancro del polmone e come fa il virus della pandemia!
Nessuno tra noi può dimenticare “la fame d’aria”, quella tremenda sensazione che ti fa sentire boccheggiante, come un pesce fuor d’acqua, e che provoca angoscia, terrore e impotenza allo stato puro.
Quando sentiamo parlare donne e uomini, che hanno attraversato il tunnel della malattia da Covid e che descrivono la terribile sensazione di non riuscire a respirare, non riusciamo ad ascoltarli senza profondo turbamento. E sentendo i loro racconti, non possiamo non rivivere, senza nuova sofferenza, i momenti spaventosi che tutti noi abbiamo attraversato nelle prime fasi della nostra malattia, quando non avevamo ancora ottenuto un efficace piano terapeutico, adatto a ciascuno di noi.
Anche quando viene descritta la “mancanza di forze”, siamo vicinissimi ai malati di Covid e sappiamo bene cosa significhi passare giorni o settimane sdraiati e sfiancati, solo per aver fatto pochi passi fino al bagno… Passi spesso impossibili senza l’aiuto di un famigliare. Noi conosciamo la tremenda sensazione di non riuscire a svolgere il benché minimo gesto senza essere costretti a fermarsi a causa dell’affanno o della estrema debolezza.
Tutte queste esperienze ci uniscono e, se il detto recita “il dolore è di chi lo indossa”, ecco… questo dolore è vostro ed è nostro.
Non sappiamo se queste poche righe vi faranno sentire meno soli… Lo speriamo. Vorremmo, comunque, che esse arrivassero a chi non ha mai percorso la strada che voi, come noi, state percorrendo.
Non finiremo mai di ringraziare i ricercatori che hanno fatto sì che oggi ci siano vaccini anti COVID e che, per quanto ci riguarda più strettamente, ci siano nuove, più efficaci classi di farmaci per i pazienti oncologici polmonari.
Rimane il rammarico che, mentre presto nessun altra persona dovrà percorrere la terribile esperienza del Covid, grazie alla vaccinazione universale, continueranno ad essercene tante altre che si ammaleranno ancora di cancro al polmone…
Ciò che i ricercatori hanno, infatti, individuato, come l’equivalente per il cancro del polmone della vaccinazione, lo screening, non è ancora attivo in Italia e nessuno sa quando lo sarà.
Lo screening, come la vaccinazione per l’infezione da Covid-19, è oggi l’unico strumento che certamente risparmierebbe a molti l’esperienza di un tumore in fase avanzata o la vita stessa”.
Seguono sessanta firme e quella di Deanna Gatta, presidente dei Alcase Italia