Lungo, magro, allampanato, goffo, timido, con un gran nasone, un uomo gentile e decisamente stravagante è Hans Christian Andersen e lo troviamo intento a ritagliare delle figurine di carta a forma di donna. Quando però un cadavere di una donna viene ripescato in un canale orrendamente mutilato, Andersen è incolpato e incarcerato. È stato visto in compagnia della ragazza, ha strane manie e quindi è il colpevole perfetto per chiudere il caso in fretta. Sembra spacciato ma grazie all’intervento del suo editore, riesce a ottenere tre giorni di libertà per dimostrare la sua innocenza. E così si ritrova a indagare nei bassifondi di una città caotica, sporca e puzzolente, la Copenaghen del 1843 che è una città rovinata dalla miseria e dalla fame, piena di disperati, con una monarchia travolta dalla bancarotta e sommersa dai pettegolezzi. Ad aiutarlo solo Molly, la sorella della ragazza uccisa, che ha grandi sogni di libertà che una donna a quei tempi non può concedersi. L’indagine dai quartieri più infimi arriva fino al palazzo reale, raccontando una società che arranca, la situazione delle donne e gli anacronismi di un mondo diviso tra desiderio di cambiamento e impossibilità di staccarsi da un passato pesante. Scritto a sei mani il libro lascia incantati dallo stile con tanti richiami alle famose favole di Andersen, alla sua capacità di dare vita agli oggetti, di dare voce a chi non ne ha perché tutto parla se lo si sa ascoltare.
Morte di una sirena
di Rydahl & Kazinski
Neri Pozza
18 euro