Torino – Un sondaggio condotto da Confagricoltura Piemonte sulle aziende agrituristiche associate, circa 300 imprese su un totale a livello regionale di 1.300 aziende, rileva che le perdite economiche si aggirano intorno a una media del 65% per chi offre ristorazione, crescono al 70% per chi offre servizi di ospitalità e raggiungono addirittura il 95% per le strutture impegnate anche nell’organizzazione di eventi, cerimonie e attività legate alle fattorie didattiche. “In Piemonte – ricorda il presidente regionale di Agriturist Confagricoltura, Lorenzo Morandi – sono attive 1.316 aziende agrituristiche (5,6% della quota nazionale), delle quali 914 con alloggio. Le aziende con ristorazione sono 793 (60 % del totale), quelle che offrono un servizio di degustazione (tipo enoturismo, per esempio) sono 687 (52 % del totale)”. Sono 1.013 (il 77% del totale) quelle che svolgono altre attività legate all’agriturismo: fattoria didattica, ippoturismo, attività ludiche ed educative, agri-asilo. “Nei mesi estivi – rileva Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – si era registrato qualche incoraggiante segnale di ripresa, ma con la chiusura delle attività di ristorazione e pernottamento a seguito della seconda ondata di contagi del mese di ottobre e il successivo blocco totale della stagione sciistica, le perdite economiche rilevate dalle strutture ricettive sono state ingenti su tutto il territorio piemontese”.
La situazione è critica: la percentuale di agriturismi che sono prossimi a chiudere definitivamente la propria attività è del 20%, specie tra le aziende con bassa redditività. A trascinare in basso il bilancio degli agriturismi è stata anche la mancanza di eventi, grandi e piccoli, sul territorio locale, oltre all’annullamento di tutti quei festeggiamenti legati alle cerimonie; inoltre non è stato possibile organizzare alcuna attività di collaborazione con le scuole che prevedesse la presenza nelle aziende di ragazzi e scolaresche per portare avanti i progetti già avviati delle fattorie didattiche.
È andata un po’ meglio per chi fornisce solo servizi di ristorazione e vendita diretta dei propri prodotti, grazie alla possibilità di praticare l’asporto o la consegna a domicilio, anche se si tratta di casi isolati e di attività residuali che hanno consentito a malapena la sopravvivenza dell’azienda. Confagricoltura Piemonte ritiene che sia fondamentale individuare una serie di interventi strutturali di lungo respiro che possano aiutare il settore agrituristico a ripartire, nella speranza che il Piemonte torni presto nella zona gialla. Servono uno snellimento delle procedure per l’erogazione dei ristori, l’azzeramento dei contributi previdenziali, l’eliminazione delle tasse locali, della raccolta rifiuti e televisive. La perdita di fatturato dell’agriturismo piemontese in questo secondo lockdown prolungato secondo le stime di Confagricoltura supera i 15 milioni di euro. Allarmante la situazione delle 400 fattorie didattiche, che da oltre un anno non ricevono visite delle scolaresche, così come è complicata la situazione delle aziende enoturistiche, con un mancato introito di oltre 600 mila euro per ogni mese di chiusura.