Cuneo – L’ospedale Santa Croce e Carle sta arrivando ai numeri di saturazione di fine novembre scorso con interi reparti trasformati in letti Covid. Il Carle a Confreria è praticamente diventato ospedale Covid. Ma a differenza di quanto avvenuto in autunno a Confreria è stato scelto di non adibire più nessun letto di rianimazione.
Le terapie intensive sono salite in quindici giorni da 2 a 5 poi a 8 fino a 11 posti ed entro il fine settimana andranno a 16 posti, con la disponibilità di attivarne 23. Questa volta sono tutti al Santa Croce di Cuneo e al Carle, dove c’è la stragrande maggioranza dei ricoveri Covid, c’è un solo rianimatore di turno per le emergenze. In sostanza se un caso Covid si aggrava viene subito portato in ambulanza al Santa Croce anche con l’evenienza di doverlo intubare al Carle e poi trasportarlo a Cuneo.
“Non è una situazione ottimale – spiega Corrado Bedogni – ma il problema rimane il personale specialmente gli anestesisti che continuano a scarseggiare. È di nuovo una fase acuta in cui avremmo bisogno di molti più medici e infermieri ma non ci sono e dobbiamo ottimizzare il personale per mettere a disposizione dei cittadini più posti letto sicuri. Per questo la decisione di concentrarli in un’unica rianimazione che necessariamente è al Santa Croce, perché al Carle non avremmo mai potuto raggiungere i 16 posti previsti, eventualmente 23”.