Peveragno – È morto all’ospedale di Cuneo questa mattina venerdì 19 marzo dove era ricoverato da alcune settimane in seguito ad un malessere che si è poi rivelato più serio del previsto, Ugo Boccacci, figura di spicco della politica provinciale. Classe 1946, nato a Serra San Quirico in provincia di Ancona, Boccacci arriva a Peveragno da ragazzino con la famiglia, al seguito del papà ufficiale veterinario. Geometra libero professionista, ha legato il proprio nome in oltre quarant’anni di impegno amministrativo, al rilancio e allo sviluppo sociale ed economico delle cosiddette terre alte. Assessore comunale e vicesindaco a Peveragno, consigliere comunale a Roschia e consigliere provinciale, è stato per quasi quarant’anni e otto mandati, presidente delle Comunità Montana Bisalta Valli Gesso, Vermenagna e Pesio, Comunità Montana Valli Gesso e Vermenagna e Comunità Montana Alpi del Mare. Una carriera politica intensa, che lo ha visto anche alla presidenza del Gal Valli Gesso, Vermenagna e Pesio, membro dei consigli provinciali, regionali e nazionali dell’Uncem, vice presidente del Consorzio Ecologico Cuneese, presidente della società a capitale misto Verde Vivo e membro del consiglio regionale delle autonomie locali.
Di estrazione socialista, proprio all’interno del Psi ha mosso i primi passi in politica, rimanendo successivamente parte della componente di centro sinistra, nel dal passaggio dalla prima alla seconda repubblica.
A Peveragno ha militato in gioventù nella locale squadra di calcio, giocando nel ruolo di portiere.
“Ugo Boccacci – lo ricorda il sindaco Paolo Renaudi – è stata la persona che più di tutte ha segnato l’epoca moderna della politica di Peveragno e dell’area riconducibile al territorio della nostra Comunità Montana. Il suo rapporto con la governance delle terre alte è stato talmente stretto e prolungato, da renderlo un tutt’uno con la Comunità Montana stessa. Nell’ultima fase della sua militanza amministrativa a servizio del territorio, ha sofferto nell’accettare i grandi cambiamenti istituzionali e politici, lottando con ogni mezzo contro l’abolizione degli enti montani e contro l’evoluzione moderna delle aggregazioni dei comuni”.
Boccacci lascia la moglie Mirella i figli Paolo e Alberto e i nipoti.