Con la pandemia postazioni dedicate allo smart working e alle lezioni in dad sono spuntate in ogni angolo della casa richiedendo spesso anche una spesa economica in termini di computer, connessione internet, arredamento e strumentazione per riprodurre a casa quello che prima si faceva in classe o sul posto di lavoro. Così già dal primo lockdown in tanti, dalle famiglie agli studenti fuori sede, dalle aziende ai nonni, hanno iniziato ad utilizzare la rete per lavorare, studiare o rivedere familiari e amici. Una vera e propria rivoluzione tecnologica che si è poi ribaltata anche sull’ultilizzo della rete che ha registrato un netto aumento di traffico dati.
“La pandemia ha portato ad una repentina accelerazione del processo di digitalizzazione che era già in corso da tempo – spiega Virginia Piumatti, responsabile marketing di Isiline -. Smartworking, didattica a distanza, videochiamate con amici e parenti, film e serie tv in streaming sono solo alcune delle attività che hanno richiesto una connessione Internet in fibra per poter essere utilizzate senza fastidiose interruzioni o rallentamenti, ma il vero salto in avanti è stato fatto a livello culturale. Quando prima l’interesse degli utenti per la qualità della connessione e le diverse tecnologie disponibili era limitato, oggi le persone sono molto più informate ed esigenti. Sempre più clienti richiedono dei servizi performanti come la Fibra Ftth in grado di garantire un’ottima velocità di navigazione anche con molti dispositivi collegati, mentre prima a molti utenti bastava disporre di una semplice linea Adsl per usufruire dei servizi Internet di base”.
“A livello commerciale c’è stato un incremento di vendita nel periodo del primo lockdown, anche se limitato – spiega Alessandro Brignone, direttore commerciale della BB Networks di Bernezzo, azienda specializzata nella fornitura di prodotti e software digitali per la didattica -. In primo luogo ci sono stati problemi con la reperibilità della merce, sono stati venduti portatili o tablet a stock, compresi dispositivi usati, perchè la richiesta era pressochè mondiale. Una volta esaurito il materiale disponibile continuava ad esserci una forte domanda, ma era impossibile trovare prodotti nel breve periodo. Ci sono tutt’ora ritardi di consegna da parte dei brand e nell’ultimo anno abbiamo rilevato anche un forte aumento di prezzo, a parità di prodotto e caratteristiche tecniche. In secondo luogo anche le persone si sono accorte di questo sconsiderato allarmismo sull’acquisto di prodotti e si sono adattati all’utilizzo anche di dispositivi già presenti in casa o in ufficio. Proprio in questa situazione sono aumentate in modo considerevole le richieste di aiuto per l’utilizzo dei dispositivi, il loro collegamento e il funzionamento dei software di connessione (webcam, Meet, Zoom, Skype e altri) programmi da anni disponibili ma prima poco utilizzati”.