Cuneo – “Mi aveva proposto di andare via con lei, non sapevo dove saremmo andate, è stata una cosa improvvisa, ma quando all’altezza di Roma lei buttò via il suo cellulare, capii che quella non era una gita e chiesi di essere accompagnata dai carabinieri, ma lei disse che si sarebbe uccisa”. È stato questo il racconto che la sedicenne cuneese ha fatto in aula al processo in cui era imputata la R.M.L., la donna che per più di un mese portò via da casa la ragazza, prima in Sicilia e poi in Germania ad Inning am Ammerseee dove la donna era stata assunta come cuoca. L’imputata era accusata di sottrazione di minorenne e sottrazione con trattenimento all’estero. Le due si erano conosciute a casa della zia della ragazza e si vedevano spesso insieme alla parente della giovane.
“Mi aveva detto – ha proseguito la teste – di essere omosessuale e una volta provò a baciarmi, ma le dissi che non volevo e lei non tentò altri approcci. Però era gelosa dei ragazzi che mi si avvicinavano ed era diventata possessiva nei miei confronti”.
La madre intanto le cercava e si era anche rivolta alla trasmissione ‘Chi l’ha visto?’, perchè la figlia quel giorno di inizio agosto era uscita senza cellulare e non riusciva a rintracciarla; quando il pubblico ministero le ha chiesto perché non avesse cercato di chiamare la madre lei ha dichiarato di aver avuto paura della reazione dell’imputata. Grazie alla segnalazione del ristoratore tedesco che aveva assunto la 50enne cuneese, le due furono ritrovate il 23 settembre in Germania.
A conclusione dell’istruttoria l’accusa ha chiesto una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione, richiesta a cui si è associata anche la parte civile con la richiesta di risarcimento di 10mila euro per ognuna delle parti costituite, mentre la difesa ha chiesto il minimo della pena. Il giudice ha condannato la donna ad 1 anno di reclusione e al pagamento di 25oo euro per ognuna delle parti civili.