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Venerdì 29 novembre 2024

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Le famiglie cuneesi dicono no a scuole chiuse e “dad”

Lettera del Forum delle associazioni familiari di Cuneo alle istituzioni locali: "Il solito refrain che la famiglia è al primo posto delle politiche locali e nazionali suona ormai troppo stonato: servono scelte di responsabilità"

La Guida - Le famiglie cuneesi dicono no a scuole chiuse e “dad”

Cuneo – Il Forum delle associazioni familiari di Cuneo, con lo slogan del movimento spontaneo “Scuole aperte Cuneo”, ha scritto al presidente della Provincia e sindaco di Cuneo Federico Borgna chiedendogli di farsi portavoce delle istanze delle famiglie, all’incontro di oggi (venerdì 12 marzo) a livello regionale.
Al centro dell’appello, vengono sottolineati i paradossi di imposizioni come la chiusura delle scuole e la didattica a distanza: temi già sottolineati in un incontro mercoledì 10, ma troppo importanti per non essere ribaditi mentre si stanno prendendo decisioni fondamentali per il prossimo periodo.
Oltre ai dati effettivi del nostro territorio e al richiamo alle scelte diverse in altri Paesi, il Forum delle associazioni familiari Cuneo sottolinea i tanti problemi organizzativi, economici e didattici delle famiglie alle prese con la “dad”, oltre agli effetti dell’assenza di socialità e di stimoli per i ragazzi.
“Come famiglie – si ribadisce nella lettera – non vogliamo sminuire il periodo, ormai lungo, di allarme sanitario, economico, sociale. L’impreparazione che ci ha colti un anno fa e che ha motivato scelte radicali, oggi non è più tollerabile e comprensibile: chiediamo qualche segno di attenzione, e non il solo recondito pensiero, un impegno concreto per agevolare chi è più in difficoltà e per mitigare le diseguaglianze e discriminazioni che stanno emergendo ed erano ampiamente prevedibili”.
“Il solito refrain che la famiglia è una priorità, è al primo posto delle politiche locali e nazionali suona ormai troppo stonato, servono scelte di responsabilità in grado di guardare al di là di questi, speriamo ancora pochi, mesi difficili: ci vuole coraggio nel fare scelte importanti e lungimiranti ma forse lo sta avendo di più chi, nonostante tutto, sta donando a tutto il Paese nuove vite”.
“Chiediamo quindi che la scuola in presenza venga tutelata anche in zona rossa – conclude il documento – perché: è servizio essenziale al pari di ospedali, banche, farmacie, alimentari; è luogo sicuro, più che la casa; è spazio che previene l’emergere dei disagi di tipo psicologico, comportamentale, emotivo ed educativo che stanno dilagando in questi mesi; è pilastro di inclusione e parità; è strumento di tutela anche sul piano economico e sociale per le famiglie (e le donne in particolare)” (nella foto, cartelli di protesta nei giorni scorsi davanti alla scuola di Bernezzo).

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