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Venerdì 22 novembre 2024

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Dall’esporre al raccontare: storia di lotta per la libertà

“I Valdesi”: il percorso lungo ottocento anni di storia di una minoranza religiosa sempre vivace

La Guida - Dall’esporre al raccontare: storia di lotta per la libertà

Comunità e minoranza si declinano insieme a proposito dei Valdesi. Su questo binomio si è costruito il Museo storico valdese di Torre Pellice e di riflesso il libro che ne raccoglie e rielabora in modo narrativo la documentazione andando quindi ben oltre la semplice funzione di guida all’allestimento. Centrale infatti è il costante riferimento al contesto in cui questi documenti, materiali e scritti, vengono raccolti e letti. Si evita così l’aridità di un’esposizione erudita, ma non pervasa di vitalità. La memoria si affida necessariamente a testimonianze passate, ma fonda e vive in un presente che l’accoglie e la rivaluta in un dialogo costruttivo per entrambe: “raccontare la storia valdese e ripercorrerne la memoria significa lavorare per comprendere meglio l’oggi”.
In questa ottica la stessa storia del museo diventa chiarificatrice. Nato nel 1889, per alcuni decenni si limita ad essere una “raccolta” di oggetti la cui esposizione è indirizzata principalmente alla stessa comunità valdese. Non c’era infatti la preoccupazione di fornire un’interpretazione della storia, bensì di custodirla per chi già era fornito dei criteri di lettura indispensabili per comprenderne i valori. Solo in un successivo allestimento museale la raccolta si arricchisce di interpretazione e rilettura del materiale mentre sempre più evidente si fa il bisogno di essere strumento di comunicazione con l’esterno.
Il libro segue l’impostazione storica del museo muovendo dalla nascita del movimento con Pietro Valdo, che a Lione intorno al 1174 sceglie la povertà radicale. Le incrinature con la Chiesa cattolica si incentrano però sul forte impegno di predicazione che si assumono Valdo e i suoi seguaci. È in gioco il rapporto diretto con la Scrittura, non mediato cioè dall’autorità ecclesiastica, da cui consegue nel 1184 una prima bolla di scomunica.
Il percorso storico delle pagine come delle sale del museo registra la rapida diffusione del movimento, non indenne per altro da fratture e posizioni diverse frutto anche dei differenti contesti di insediamento. Il tutto converge poi nel 1500 nell’adesione alla Riforma, la successiva violenta repressione di qua e di là delle Alpi che continua ancora nel Seicento fin quasi all’estinzione.
I pochi sopravvissuti furono deportati in Svizzera accolti dalla comunità riformata. È di lì che nell’agosto 1689 circa 900 uomini armati tornarono nelle valli piemontesi.
Il “Grande rimpatrio” è il punto di partenza per la ricostituzione delle comunità valdese in Italia. Un cammino però ancora lungo per giungere alla libertà religiosa e veder riconosciuti i propri diritti nonostante la sempre attiva partecipazione alla vita civile del Paese dall’antifascismo fino al più recente lavoro al servizio delle povertà.

I Valdesi
di Autori Vari
Caudiana
14,50 euro

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