Cuneo – Oggi (mercoledì 10 marzo) una delegazione di genitori e insegnanti ha incontrato il presidente della Provincia e sindaco di Cuneo Federico Borgna per portare alla sua attenzione i problemi e le difficoltà delle famiglie in questo periodo di ritorno alla didattica a distanza. Erano presenti Sara Marchisio, a nome di un gruppo di 1.400 persone riunite sotto il movimento dal basso che ha come contenitore la pagina Facebook Scuole Aperte Cuneo, Silvio Ribero in rappresentanza del Forum Famiglie e Annamaria Del Grosso, rappresentante delle famiglie dal punto di vista legale.
“Abbiamo presentato al presidente della Provincia la nostra visione della scuola come servizio essenziale e, a supporto della nostra protesta contro la didattica a distanza, abbiamo portato i dati del monitoraggio dei contagi nelle scuole diramati dall’Ufficio scolastico regionale che attestano una media di contagio tra i banchi di scuola, nel periodo dal 22 febbraio al 1° marzo, al di sotto dell’1%. Una diffusione del virus che tra i piccoli è bassissima, alla materna si tratta dello 0,03% – spiega Sara Marchisio -. A supporto della nostra istanza abbiamo anche presentato lo studio dell’Ospedale Pediatrico Gaslini di Genova che afferma come l’isolamento provochi in bambini e ragazzi, disagi psicologici concreti, ritardi nel sonno, autolesionismo, svenimenti, aumento di attacchi di ansia e panico. Disagi che avranno ripercussioni incalcolabili anche nei mesi e anni a venire. Siamo fortemente preoccupati, se non attuiamo un dibattito serio sul mondo della scuola rischiamo di andare incontro ad una chiusura prolungata che appare quasi sistematica”.
“Lasciare i ragazzi a casa da scuola è forse la scelta più facile ma non è quella giusta: si creano situazioni di panico e abbandono oltre al rischio di incorrere in problematiche legali qualora i genitori siano costretti ad andare al lavoro pur avendo i figli a casa da soli – continua Del Grosso -. Essi possono provocare danni a sè, alle cose e a terzi. Non tutti i genitori possono fare smartworking e anche chi ha questa possibilità deve necessariamente chiedere permessi e modifiche di orario. Ora i licenziamenti sono bloccati ma questi lavoratori sono e saranno malguardati come se avere figli fosse una colpa”.
“Se la decisione arriva in emergenza ci si adegua, come è successo lo scorso anno. Ma oggi è diverso e non ci si può ritrovare con i figli a casa dal lunedì sapendolo il venerdì – conclude Ribero -. Le quarantene sono sostenibili ma la chiusura prolungata no, senza dimenticare che ancora una volta a pagarne il conto più salato sono le donne. Non è giusto dover scegliere tra lavoro e famiglia, vanno cercate strade alternative alla chiusura delle scuole, anche coinvolgendo i dirigenti scolastici”.
“Come ho spiegato durante l’incontro – ribatte Borgna – la sceltà è stata presa a livello regionale applicando la norma prevista nel Dpcm nazionale. Sono consapevole delle difficoltà delle famiglie, soprattutto per quelle con figli più piccoli, e pertanto mi sono reso disponibile a portare al tavolo regionale eventuali istanze presentate dalle famiglie e dai genitori”.