Mondovì – Non fu rapina ma furto e con questa riqualificazione del reato è stato condannato M. S., il giovane accusato davanti al tribunale di Cuneo di essersi impossessato del computer di un giovane monregalese, come saldo di un debito di droga, dopo aver sbattuto a terra il ragazzo davanti al portone di casa. I fatti oggetto del processo risalgono al novembre 2018; a quanto denunciato dalla vittima, M. S. si sarebbe recato a Mondovì per riscuotere i soldi dei 20 grammi di hashish che gli aveva venduto. “Eravamo d’accordo che glieli avrei restituiti appena ricevuto lo stipendio di un lavoro che stavo svolgendo – ha riferito la vittima – ma quello si presentò due settimane prima del dovuto e mi aggredì alle spalle mentre stavo rientrando a casa, poi si fece aprire casa dalla mia ragazza e prese il mio computer”.
“Non era un debito di droga, ma lui mi doveva dei soldi ed ero andato a Mondovì solo per parlare – ha riferito in aula l’imputato del processo -. Quando è sceso di casa con il cane aveva un atteggiamento arrogante, disse che non mi voleva restituire i soldi, cercava delle scuse. Presi il computer solo come garanzia del prestito. Gli dissi che quando mi avesse pagato glielo avrei restituito”.
Una versione confermata da A. S., amico di entrambi i ragazzi coinvolti nel fatto che quel giorno accompagnava l’imputato: “Non lo picchiò – aveva dichiarato in aula il giovane -, discutevano e S. M. gli diede una spinta e l’altro cadde perché era sotto l’effetto di stupefacenti e non si reggeva in piedi. La porta di casa era aperta, salimmo e prendemmo il computer”.
A fronte di una richiesta di condanna a 4 anni e 4 mesi di reclusione avanzata dall’accusa, la giudice ha riqualificato il reato in furto e ha condannato S. M. a 2 anni e 2 mesi di reclusione e 618 euro di multa, oltre al pagamento delle spese processuali.