Ormai la pandemia di Coronavirus ci spinge sempre più ad avere come interlocutore e canale di comunicazione una potente quanto misteriosa entità : internet. Piano piano parti importanti della nostra vita avvengono “a distanza” e determinati concetti, spesso non tradotti nella nostra lingua, si fanno precedere, per esistere, da una minuscola lettera “e”. E-commerce, e-bay, e-finance, e-governance.
Per quanto riguarda l’e-governance, Eurostat ha pubblicato il 6 marzo le statistiche del rapporto esistente fra i cittadini europei e l’accesso alle informazioni on-line delle rispettive amministrazioni pubbliche. Se, comprensibilmente, la percentuale europea è fortemente aumentata nel 2020, attestandosi intorno al 47%, altrettanto importante è il divario fra i vari Stati membri.
La Danimarca si ritrova al primo posto con l’89% dei suoi cittadini che ottengono informazioni direttamente dai siti delle autorità pubbliche locali, seguita dalla Finlandia (85%), dall’Olanda (81%) e dalla Svezia (79%). Purtroppo il nostro Paese si ritrova in fondo alla classifica, a pari merito con la Bulgaria (19%) e seguito solo dalla Romania (10%).
Cifre che danno tutta la misura del lungo percorso che l’Italia ha ancora davanti a sé.