Fossano – Seguì l’auto dell’ex moglie e poi la speronò per obbligarla a fermarsi e parlare con lui. Con l’accusa di violenza privata, danneggiamento e calunnia è stato processato e condannato dal tribunale di Cuneo C. E., denunciato dall’ex moglie il 10 luglio 2019. Quella mattina mentre lei era in auto con la figlia in direzione di Fossano, incrociò nel senso opposto di marcia l’auto dell’ex marito, che di lì a qualche giorno sarebbe stato processato per maltrattamenti in famiglia ai danni suoi e dei figli. “Lui fece inversione di marcia e iniziò a seguirmi – ha raccontato in aula la donna -. Mentre mi superava faceva segno di fermarmi perché voleva parlare con me, ma io non mi fermai”. C. E. allora iniziò a tamponare l’auto della donna e poi la superò fino a quando in corso Marconi fermò l’auto in mezzo alla strada e si piazzò davanti a quella dell’ex moglie impedendole di muoversi. “Prima si è piazzato davanti al cofano – ha riferito la donna -, dava pugni sull’auto, cercava di salire, urlava contro mia figlia che intanto cercava di chiamare i Carabinieri. Poi è scappato via”.
Il racconto della signora è stato confermato da alcuni clienti del bar sul lato opposto della strada. In aula l’imputato ha cercato di ribaltare l’accusa, sostenendo che era stata la sua ex a sorpassarlo da destra spingendolo nell’altra carreggiata. Una dichiarazione che non corrispondeva alla dinamica osservata dai Carabinieri sulle registrazioni delle telecamere stradali, dove si vedeva la Nissan dell’imputato seguire e poi superare l’auto dell’ex moglie; una dinamica che trovava riscontro nei danni alla fiancata sinistra dell’auto della vittima. A conclusione dell’istruttoria l’accusa ha chiesto una condanna a tre anni per l’imputato; richiesta accolta dal giudice che ha però contenuto la condanna in due anni, due mesi e 15 giorni, con una provvisionale a favore della parte civile costituita in giudizio di 2.000 euro per un danno da risarcire in sede civile.