Boves – La scomparsa del giovane ambasciatore Luca Attanasio ha destato profondo cordoglio in tutto il mondo. Pochi sanno che il nome e il volto del quarantatreenne diplomatico, ucciso insieme con il carabiniere Vittorio Iacovacci e il loro autista in un attentato in Congo, è legato a Boves. E’ l’estate del 2020 quando la mamma di Luca commissiona, tramite la sorella Marina, un quadro all’artista bovesano Angelo Ponti. Luca avrebbe dovuto venire a Boves a Natale per ritirare il dipinto che lo ritraeva insieme con la moglie Zakia e le tre figlie ma il destino, sotto forma di un impegno improvviso, lo richiamò in Africa. Un destino beffardo che, come diceva il poeta bretone Anatole Le Braz, conduce “la piuma dove la porta il vento” e che in una mattina di febbraio ha spezzato la vita di due giovani professionisti, orgogliosi di rappresentare il nostro Paese. “L’educare è questione di cuore” recita una frase nell’oratorio di Limbiate, dove Attanasio è cresciuto. Oggi un pezzo di Luca e del suo cuore è ancora a Boves, in quell’opera d’arte, quasi una fotografia, che lo ritrae sorridente accanto ai suoi affetti più cari.