Mondovì – Voleva che sua sorella si comportasse da brava musulmana, che non frequentasse persone che non piacevano alla famiglia e per questo l’avrebbe picchiata più volte. Con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, aggravati dal fatto che sono stati commessi su un minore, è a processo a Cuneo F.A., giovane di origine marocchina, che fino all’estate del 2019 viveva a Mondovì con i genitori, la sorella e un altro fratello. È stata la responsabile del centro di ascolto della Caritas a descrivere la disperazione della madre della ragazza a causa del comportamento del figlio maggiore nei confronti della figlia più piccola, “mi raccontava – ha detto la donna in aula – di essere maltrattata dal marito e che il figlio maggiore, agli arresti domiciliari per reati di droga, picchiava la sorella, ma non riusciva a prendere nessuna decisione, era disperata e sempre tesissima”. Una sera di luglio del 2019 la ragazzina era scappata e insieme alla madre la cercarono fino a quando la trovarono nascosta dietro un cespuglio piangente. Qualche settimana dopo si presentò al pranzo della domenica alla Caritas con una spalla livida, “le dissi di denunciare il fratello e qualche giorno dopo lei lo fece. Ora vive con la madre e la loro vita è cambiata moltissimo, stanno bene e la ragazza ha anche ricevuto una borsa di studio per la scuola”. “Dopo quei fatti – ha riferito l’assistente sociale che seguiva la famiglia – il fratello ci chiese un incontro. Ci raccontò che era dispiaciuto e che le aveva dato quello schiaffo perché i genitori non sapevano fare nulla e lui doveva salvaguardare la sorella dalle cattive compagnie”. Il processo è stato rinviato al 10 marzo per ascoltare gli altri testi.