L’Italia è parecchio indietro per numero di laureati, colpa anche del debole sostegno finanziario alle nostre Università.
Vi destiniamo solo lo 0,4% del nostro Prodotto interno lordo (Pil), meno della metà della media UE (0,9%) e metà di Spagna e Portogallo. Meglio non guardare verso l’alto della classifica UE, guidata da Austria e Finlandia, che sulle Università investono ben quattro volte (1,6%) la percentuale di Pil rispetto all’Italia. E così finisce che, con i pochi soldi assegnati alla formazione universitaria e i pochi destinati ai laureati (sempre che trovino lavoro), ci avviamo verso un Paese sempre più in difficoltà a reggere alla competizione internazionale e ad assicurarsi un futuro migliore.