Borgo San Dalmazzo – Erano stati denunciati dal vicino di casa per molestie e disturbo alle persone, perché lo avevano fotografato e ripreso col cellulare contro la sua volontà. I due coniugi rinviati a giudizio, G. D. C. e C. M., hanno scelto di difendersi portando loro stessi in tribunale la prova della propria colpevolezza, video e fotografie per dimostrare che in realtà le vere vittime delle molestie erano loro: “Quell’uomo ci tormenta da 13 anni – ha riferito la donna -, l’ho ripreso col telefono perché altrimenti nessuno mi avrebbe mai creduta. Ogni volta che entriamo o usciamo lui è lì a insultarci. Quando esco da sola lui si spoglia davanti a me calandosi i pantaloni. I Carabinieri mi dissero di scattare le foto per provare quello che dicevo”. Il marito ha riferito di tutte le volte che il vicino aveva chiamato i Carabinieri perché lui stava facendo dei lavori in giardino: “Vennero anche quando mettevo le piastrelle nel porticato”. Un atto di difesa che in realtà si è trasformato in atto di accusa al vicino che si era sentito violato da quelle fotografie e riprese video. A sostegno dell’accusa hanno deposto alcuni vicini che hanno riferito di disturbi da parte della coppia all’intero vicinato. Per chiarire la questione è stato comunque necessario visionare i 150 video prodotti dalla difesa. Per questo motivo l’accusa ha chiesto l’assoluzione dei due imputati, sostenendo che l’istruttoria non aveva fatto emergere atti definibili come molestie, mentre il vicino aveva assunto un atteggiamento provocatorio nei confronti dei due imputati. Alla richiesta di assoluzione si è opposta la parte civile, sottolineando che avere un telefonino sempre puntato contro è una molestia, mentre la difesa ha evidenziato che le riprese prodotte in tribunale rappresenterebbero una legittima difesa contro le molestie della presunta vittima. Una tesi difensiva che è stata accolta dal giudice che ha assolto i due coniugi per insussistenza dei fatti.