Lagnasco – Era accusata di aver consapevolmente assunto un lavoratore straniero i cui documenti erano risultati falsi e per questo è stata processata al tribunale di Cuneo. Nell’estate 2019 C. M. R., proprietaria di un terreno coltivato a pesche a Lagnasco, avendo bisogno di manodopera per la raccolta della frutta aveva assunto M. B., un giovane originario del Ghana, su suggerimento di un collega e vicino di casa che aveva assunto lo stesso ragazzo per alcune ore a settimana. La fotocopia del documento l’aveva presa proprio dal vicino che aveva già fatto registrare il contratto per il giovane. In occasione di un controllo dell’Ispettorato del lavoro, però, risultò che quel documento era falso.
Da quanto è emerso nell’ultima udienza in realtà il documento era regolare, ma apparteneva a un connazionale di M. B.; il suo permesso di soggiorno era valido e così lo aveva prestato all’amico per consentirgli di lavorare.
Complice la somiglianza dei due ragazzi, nessuno si era accorto della sostituzione di persona, neanche la Caritas dove il ragazzo si era registrato per avere un alloggio.
Il Carabiniere che ha deposto in aula ha anche dichiarato che il giovane era stato denunciato per truffa ai danni della signora la quale, nonostante tutto, si è trovata rinviata a giudizio.
A questo punto l’esito del processo era abbastanza scontato e per l’imprenditrice è stata l’accusa a chiedere l’assoluzione perché il fatto non costituiva reato, richiesta ribadita dalla difesa e accolta dal giudice.