La Commissione europea sorveglia costantemente il recepimento delle norme europee nelle legislazioni nazionali. La lotta contro il razzismo e la xenofobia è stata oggetto, ad esempio, il 18 febbraio scorso, di lettere di costituzione in mora indirizzate a Belgio, Bulgaria, Finlandia, Polonia e Svezia per non aver recepito pienamente e correttamente le norme UE mediante il diritto penale.
Il diritto dell’UE (decisione quadro 2008/913/GAI) configura come reato l’incitamento all’odio e i reati generati dall’odio e garantisce che gravi manifestazioni di razzismo e xenofobia siano punibili con sanzioni penali effettive, proporzionate e dissuasive in tutta l’Unione Europea.
A titolo d’esempio, la Commissione punta il dito contro la Finlandia per non aver provveduto a garantire che i reati di razzismo e xenofobia possano essere oggetto di indagine e perseguiti senza una denuncia o una querela della vittima. In Svezia non è stata correttamente recepita la nozione di incitamento all’odio e alla violenza, mentre il quadro giuridico del Belgio non garantisce che la motivazione razzista e xenofoba sia considerata come circostanza aggravante per tutti i reati commessi.
La sorveglianza da parte della Commissione sembra quindi intensificarsi su questi temi, in ragione anche del fatto che un recente studio dell’Agenzia europea per i diritti fondamentali constata livelli sempre molto elevati di discriminazioni in tutta l’Unione Europea.