Niella Tanaro – Da anni non pagava la propria quota di contributi all’ex marito presso il quale vivevano i figli fin dalla loro separazione e per questo è stata condannata dal tribunale di Cuneo alla pena di tre mesi e 800 euro di multa. S. I. L. era stata denunciata dall’ex marito, dal quale aveva divorziato nel 2016, perché proprio a partire da quella data avrebbe smesso completamente di versare la somma di 500 euro mensili più le spese extra di gestione dei figli. “Negli ultimi cinque anni ha versato solo 400 euro a febbraio 2017 – ha riferito l’uomo -. Proprio in quell’anno ho avuto un terribile incidente e sono rimasto in coma per 40 giorni. Non ho potuto lavorare per otto mesi. Mi hanno sempre aiutato i miei genitori”.
La donna, un’ambulante sulle piazze del monregalese, che nel frattempo si è creata un’altra famiglia, ha riferito di aver avuto molti problemi economici nella sua attività e di aver cercato di contribuire ed essere presente con i figli, ma che questo era stato impossibile perché il padre avrebbe sempre avuto un atteggiamento ostruzionistico, tanto che i figli non la volevano vedere.
“Li aiutiamo come possiamo, per le spese che ci sono – hanno riferito i due genitori dell’uomo che si è costituito in giudizio con i figli -: utenze, vestiario, libri per la scuola. Anche quando è stato ricoverato per l’incidente ci alternavamo tra casa e ospedale”.
In sua difesa la donna ha portato la testimonianza delle due dipendenti che hanno riferito di essere state licenziate nel 2018 per il poco lavoro, e il nuovo compagno che ha detto di essere rimasto anche lui senza lavoro dallo scorso dicembre.
“L’imputata – ha concluso il pubblico ministero nel chiedere la condanna – non ha mai chiesto al giudice di ridurre l’assegno o sospenderlo per le sue eventuali difficoltà, semplicemente si è disinteressata della sua precedente famiglia”.
“La signora era davvero in difficoltà economiche – ha ribattuto la difesa – e ha cercato di contribuire in altro modo ma l’atteggiamento dell’ex gli ha reso impossibili i rapporti con i figli”.
Il giudice ha accolto la richiesta dell’accusa condannando la donna anche al pagamento della costituzione di parte civile dei figli e del marito per un totale di 3.000 euro più le spese legali.