Mondovì – Era andato insieme alla sua ragazza in discoteca la sera del 31 ottobre 2018 per un festeggiamento anticipato del suo compleanno che sarebbe stato dopo due giorni, ma la serata si è conclusa davvero male per il 35enne monregalese che venne aggredito davanti ai bagni della discoteca Sottaceto di Mondovì, rimediando una frattura di tibia e perone. Verso l’una e mezza di notte la coppia aveva deciso di lasciare il locale, ma prima si sono recati entrambi ai bagni e lì è avvenuta l’aggressione. “C’erano quattro o cinque ragazzi – ha riferito l’uomo che si è costituito parte civile in giudizio – in uno stato che mi è sembrato alterato. Spingevano le persone che passavano lì per andare in bagno. Hanno diviso me e la mia ragazza, poi hanno spinto lei e l’hanno insultata. Ho fatto appena in tempo a girarmi e a chiedere che cosa stesse accadendo che sono stato aggredito”.
Secondo la ricostruzione della vittima, uno dei ragazzi del gruppetto, C. B., imputato in questo processo per lesioni, lo avrebbe aggredito mettendogli le mani in faccia e al collo e poi gli avrebbe dato il calcio alla gamba facendolo cadere a terra dove poi sarebbe stato preso a calci e pugni anche dagli altri ragazzi.
A porre fine all’aggressione è stato l’intervento dei buttafuori che però non hanno saputo indicare la dinamica della colluttazione. L’imputato si è difeso dichiarando di aver dato involontariamente una spallata alla ragazza della vittima e che per questo era stato aggredito dal fidanzato ed entrambi erano caduti a terra.
Il buttafuori lo aveva fatto alzare e allontanare, ma mentre usciva aveva visto che l’altro ragazzo veniva aggredito da quattro giovani albanesi: “Mentre uscivo – ha riferito l’imputato – uno di questi mi disse che mi avevano aiutato pensando fossi albanese anche io, ma non sono albanese e non li conoscevo”.
Nella confusione generata dalla rissa gli addetti alla sicurezza non hanno saputo indicare come fosse avvenuta l’aggressione ma hanno riconosciuto l’imputato come uno dei ragazzi che aveva preso parte all’aggressione. Uno dei buttafuori ha anche dichiarato di essere stato minacciato da uno dei ragazzi che erano stati portati fuori: “Disse che con una telefonata, in quindici minuti poteva far arrivare qualcuno a fare casino”.
Il processo è stato rinviato al 26 aprile per concludere l’istruttoria.