La crisi economica e sociale del decennio scorso e l’irruzione della pandemia ad inizio del 2020 hanno avuto, e ancora avranno, un impatto pesantissimo sull’Unione Europea e sull’Italia.
L’appello del nuovo governo alla ricostruzione e alla centralità delle giovani generazioni non è solo un tema del futuro ma già un’esigenza presente, a cominciare dal lavoro.
Uno sguardo ai numeri mette qualche brivido: nell’eurozona, a metà 2020, la fascia di età tra i 15 e i 24 anni registra il 31,4 di occupati, in Germania il 47,9%, in Francia il 28,7% e in Italia solo il 16,7%, praticamente un terzo della Germania e metà della Francia.
Toccherà prevalentemente a questa generazione ricostruire una comunità in macerie, un cantiere dove una fascia crescente di popolazione, come capita di vedere con molti pensionati, verrà a vedere come procedono i lavori, senza più dare grandi contributi, salvo i nonni, stampella di un welfare in affanno.