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Domenica 22 dicembre 2024

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Abiti da sposa: vendite in calo e ristori solo nel primo lockdown

Gabriella e Paola Destefanis conducono l'atelier "Alca Spose" a Cuneo: "In questo momento abbiamo abiti venduti da più di un anno, mentre pochi sono i nuovi acquisti"

La Guida - Abiti da sposa: vendite in calo e ristori solo nel primo lockdown
Gabriella e Paola Destefanis di Alca Spose - Cuneo

Cuneo – Gabriella e Paola Destefanis di “Alca Spose”

Cuneo – Gabriella e Paola Destefanis conducono l’atelier “Alca Spose”, situato al primo piano di un palazzo storico in via Statuto, a Cuneo, da oltre 20 anni. Nel loro raffinato show room, accanto agli abiti da sposa fanno bella mostra di sè bomboniere e confetti per ogni tipo di cerimonia.
“Le perdite che abbiamo subito a causa della pandemia si attestano sull’80% del fatturato. Nel 2020 solo poche clienti sono riuscite a sposarsi durante i mesi estivi: la maggior parte ha rimandato il matrimonio al 2021, occupando quasi tutte le date disponibili quest’anno. Nel Nord Italia non c’è, infatti, l’abitudine di sposarsi in settimana, si privilegia il sabato o, al massimo, la domenica: i fine settimana sono così già tutti occupati e chi voleva organizzare un matrimonio nel 2021, già attanagliato dal dubbio di non poterlo celebrare a causa del Covid, non ha neppure più trovato posto. In questo momento abbiamo, quindi, abiti venduti da più di un anno, mentre pochi sono i nuovi acquisti: le vendite sono calate, come lavoro siamo ferme e la situazione non è neanche lontanamente paragonabile a quella degli anni precedenti. La perdita subita è notevole, anche perché abbiamo, comunque, dovuto acquistare capi delle nuove collezioni e sostenere spese aggiuntive per l’applicazione dei protocolli di sicurezza. In questo momento possiamo ricevere solo una sposa per volta, che può essere accompagnata al massimo da 2/3 persone, e dopo ogni prova l’abito deve essere igienizzato con appositi spray disinfettanti e messo a decantare. Gli spazi vanno poi arieggiati e sanificati. Peraltro, queste difficoltà non sempre vengono percepite dalla clientela. Pochissimi sono i ristori che abbiamo ricevuto, peraltro riferiti solo alla chiusura generale del primo lockdown; poi non è più arrivato nulla, perché siamo equiparati ai negozi di abbigliamento normali, anche se espletiamo un tipo di attività del tutto diversa”.

Servizio completo sul numero de La Guida di giovedì 11 febbraio 2021.

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