Dopo la presentazione di una proposta di direttiva nell’ottobre scorso, anche il Parlamento europeo ha adottato, nella seduta plenaria del 10 febbraio, una risoluzione che indica nell’adozione di un salario minimo uno strumento essenziale per combattere disuguaglianza e povertà lavorativa in Europa.
Secondo la definizione di Eurostat, gli individui sono a rischio di povertà quando lavorano per più di metà anno e il loro reddito annuale è inferiore al 60% del livello di reddito medio familiare nazionale al netto dei contributi sociali. Secondo questi criteri, nel 2018, il 9,4% dei lavoratori europei si trovava a rischio povertà. Una percentuale che si traduceva in circa 95 milioni di persone.
Il Parlamento chiede in particolare che un salario minimo consideri almeno tre elementi: devono essere fissati al di sopra della soglia di povertà, devono considerare i lavoratori delle piattaforme digitali e devono tenere conto del fatto che le donne sono più a rischio di povertà rispetto agli uomini.