Garessio – Doveva riparare con dei laminati una soletta sulla quale era stata fatta un’apertura per rimuovere un serbatoio, ma piegandosi su una lamiera che si era ribaltata, era caduto da un’altezza di sei metri procurandosi numerose e gravi ferite. Con l’accusa di lesioni colpose è stato rinviato a giudizio A. N., il capo della sicurezza di una ditta di lavori edili di Montezemolo che nell’aprile 2017 aveva allestito un cantiere presso un’azienda di Garessio dove si è verificato l’incidente.
A. P., il lavoratore trentenne vittima dell’infortunio che riportò numerose fratture agli arti, al bacino e ad alcune vertebre, con una prognosi di sette mesi e lesioni permanenti a un braccio, venne interamente risarcito dall’azienda e non si è costituito parte civile al processo. Chiamato a deporre in aula, dopo molte esitazioni, dichiarò al giudice che quel giorno, per lavorare in maniera più agevole aveva lui stesso srotolato l’arrotolatore, il dispositivo di sicurezza che avrebbe impedito la caduta. A confermare questa versione dei fatti fu il responsabile delle risorse umane, il quale incontrando l’operaio al suo rientro dopo l’infortunio gli chiese come stava e come era potuto accadere quell’incidente: “Guardava a terra – ha riferito il teste in aula – e poi mi disse che aveva fatto una cavolata: aveva srotolato l’arrotolatore bloccandolo con un peso per poter graduare meglio”.
Nel corso dell’istruttoria ha deposto anche il tecnico dello Spresal intervenuto sul luogo dell’infortunio, il quale aveva rilevato l’assenza di adeguati dispositivi anticaduta collettivi come un ponteggio sotto l’apertura o il posizionamento di reti. C’era un trabattello ma non era adeguato a quel tipo di lavoro e poteva risultare pericoloso; per questo avevano redatto prescrizioni specifiche.
Prima di concludere l’istruttoria e ascoltare le relazioni dei periti di parte, il giudice ha disposto di riascoltare la vittima dell’incidente. l’udienza è stata quindi rinviata al 9 marzo.