Robilante – Come ha reagito il territorio di Robilante all’emergenza? Il sindaco Massimo Burzi prova a raccontare criticità e esempi positivi nati da questa crisi. “Possiamo dire che siamo stati fortunati, siamo un paese di fondo valle relativamente grande e ben servito, quindi criticità particolari non ci sono state” dice.
“La prima ondata di chiusure ha toccato più attività e di conseguenze famiglie, adesso le categorie che potevano aprire sono state ampliate e quindi le persone hanno potuto lavorare di più. Per le famiglie che si sono trovate più in difficoltà, come Comune abbiamo erogato due tranche di buoni spesa da 12.000 euro da utilizzare esclusivamente nei negozi del paese, mentre per le attività che sono state costrette a chiudere, abbiamo stanziato dei contributi a parziale sostegno delle spese per le imposte comunali”.
La fascia più fragile? “Quella degli anziani e delle persone non autosufficienti, è quella che ha riscontrato maggiori difficoltà, ma abbiamo cercato di fornire loro tutto l’aiuto possibile, mettendo a disposizione un volontario comunale per consegnare la spesa a domicilio”.
Come vede il futuro? “Sappiamo già che un esercizio purtroppo non riaprirà. Ai danni della pandemia dobbiamo poi aggiungere quelli causati dall’alluvione di ottobre. Noi abbiamo molti residenti che lavorano in Francia, all’Ospedale di Tenda o a Breil, per non parlare degli artigiani che normalmente servivano la Liguria e lo stesso vale per tutte le attività legate al turismo che al momento sono ferme. Quello che servirebbe per rimettersi in piedi è operare con continuità, anche all’80%- 90%, così da riuscire ad organizzarsi”.