Cuneo – Gianluca Albonico, è amministratore del Csr, società che in provincia di Cuneo gestisce le piscine di Cuneo, Alba, Savigliano, e Sommariva Perno, con più di 35 dipendenti e oltre 200 collaboratori, ed è presidente regionale della Federazione nuoto e rappresentante dei gestori di piscina piemontesi.
“Viviamo una lunga situazione di attesa e siamo ovviamente perplessi sulla decisione di protrarre la chiusura per le piscine. Il nostro impegno verso tutte le precauzioni è stato massimo e riteniamo i nostri impianti luoghi sicuri alla pari di altri esercizi oggi aperti. La nostra convinzione si basa anche su dati oggettivi: tutti i maggiori esponenti scientifici sono concordi con l’affermare che il Covid-19 sembra avere una bassa stabilità nell’acqua ed è molto sensibile agli ossidanti, come il cloro”.
Quali sono le vostre prospettive?
“Gli impianti natatori del Piemonte sono in ginocchio e purtroppo al momento sono lasciati soli. Le spese di mantenimento delle piscine anche senza utenza sono ingenti, i ristori non sono sufficienti perché non differenziano i nostri impianti che sono diversi da tutti gli altri e sono in assoluto più energivori e tecnicamente complessi. Oggi molti gestori hanno dovuto chiudere e tanti hanno dovuto accedere a finanziamenti: i proprietari delle piscine, gli enti locali, devono intervenire a sostegno per la salvaguardia in primis dei loro impianti e delle attività che si svolgono”.
La piscina di Cuneo è a rischio chiusura?
“Il Csr è una struttura solida e in questo momento non credo ci sia questa possibilità. Certo la situazione è difficilissima. Comunque i nostri utenti non perderanno nessun servizio già acquistato, prorogheremo tutte le scadenze. Come Fin e come gestori piemontesi, abbiamo presentato al dipartimento Sport otto istanze per la sopravvivenza e la ripartenza. A oggi abbiamo segnali da parte del Governo, e con Regione ed enti locali stiamo cercando soluzioni. Molti nostri collaboratori hanno dovuto cercare lavori alternativi, molti sono in difficoltà. I ristori e la cassa integrazione sono presenti ma i 5 mesi di chiusura totale si stanno facendo sentire in maniera preoccupante. A livello personale sono mesi di grande preoccupazione: capisco la difficoltà delle decisioni da prendere ma in un paese moderno lo sport dovrebbe essere alla pari dei servizi essenziali”.