Abdullahi Ahmed si è “buttato sulle strade del mondo per cercare la salvezza” nel 2007. Partito da Mogadiscio, attraversa il Sudan, la Libia, il Mediterraneo finché arriva a Torino per iniziare una nuova tappa del viaggio. Questa volta a scandire le tappe sono le pratiche burocratiche per la cittadinanza culminate nel 2014 con il surplus della Cittadinanza onoraria di Settimo Torinese per il suo lavoro di mediatore culturale.
Ma è singolare che il racconto non sia semplicemente cronaca di un dramma. Piuttosto introduce a una riflessione più ampia che, senza sviare lo sguardo dal viaggio e dalle prove affrontate, sceglie di farsi provocazione sia verso gli accolti sia verso chi accoglie.
Secondo l’autore nel rapporto che si vuole instaurare c’è infatti una responsabilità reciproca per ambedue le culture che si incontrano.
Il suo interrogarsi sul senso dell’accoglienza, sull’integrazione, sulle difficoltà che nascono è dunque spesso messo in moto dal punto di vista della responsabilità dell’immigrato: “per diventare veri cittadini è fondamentale sia conoscere il passato della società in cui si vive, sia contribuire a crearne il futuro”. E poco dopo sottolinea il cambio di prospettiva di chi arriva in Italia: da spettatore di “discorsi che altri fanno su di lui” ad attore di tale discussione. Ha dei diritti, ma anche dei doveri, uno dei quali è partecipare alla crescita della società.
Conoscere la nuova lingua è strumento indispensabile. Per questo la scuola è una via di integrazione. Per questo dedica un intero capitolo a soppesare le parole della Carta di Roma, documento redatto dalla Federazione nazionale della stampa italiana per facilitare un’informazione equilibrata ed esaustiva sul tema dell’immigrazione. Per questo, ancora, Abdullahi Ahmed si è reso disponibile all’incontro con i giovani studenti e un intero lungo capitolo è dedicato alle loro domande anche le più ovvie.
Lo sguardo avanti
di Abdullahi Ahmed
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12 euro
