Dalla Spagna, Manolo Cannarozzo, 43 anni di Cuneo, che lavora a Madrid nel settore turistico, esprime le sue preoccupazioni perché le prenotazioni non riprendono e la riduzione del suo tempo lavoro è passata dal 25% al 50%: “Il mio settore continua ad essere in grave crisi, si sperava che con i vaccini potesse riprendere in fretta ma le cose sembrano ancora molto complicate”. Lui stesso e la sua famiglia sono riusciti a tornare in Italia qualche settimana per Natale ma hanno dovuto stare in isolamento fiduciario. “Abbiamo comunque calcolato il tempo per poterci godere la famiglia, le montagne, la neve. Tutti e tre abbiamo avuto il Covid a settembre, senza sintomi troppo gravi. Comunque la situazione pandemica in Spagna è simile all’Italia. La principale differenza è che il governo centrale ha lasciato la responsabilità alle singole regioni. A Madrid per esempio non hanno mai chiuso bar né ristoranti, limitando solo la capienza e gli orari di apertura. In questi giorni però stanno aumentando i casi in maniera esponenziale perché nel periodo di Natale c’è stato un libero spostamento delle persone nel Paese con le relative conseguenze. Da lunedì nella nostra regione è stato decretato il coprifuoco dalle 22 alle 6 del mattino. Per i ristoranti è un brutto colpo perché vista l’abitudine spagnola di cenare tardi, stanno perdendo il servizio serale. Però abbiamo ancora la possibilità di mangiare fuori, anche se il numero di persone allo stesso tavolo è sceso da 6 a 4. Sempre da questa settimana non si può più andare a visitare amici e parenti. Francamente mi aspetto che cambino ancora le regole, e che tra qualche settimana si tornerà alla chiusura totale perché gli ospedali non riusciranno a sopportare il numero di ricoverati”.