È quasi un anno che il Covid è entrato nelle nostre vite, prendendo posto nelle notizie, nelle conversazioni telefoniche e in quelle sempre meno frequenti dal vivo. Abbiamo imparato a proteggerci, vivere a un ritmo più lento, con passioni diverse, ad usare la creatività, la pazienza e la speranza per non farci sopraffare. Questi nuovi sentimenti ed esperienze hanno coinvolto il mondo intero. Da qualche settimana a livello internazionale iniziamo a sentirci uniti nel tentativo di porne rimedio con i vari vaccini che vengono testati, approvati e applicati.
Da Nykobing Sjaelland in Danimarca Chiara Viola, 31 anni di Cervasca racconta: “Qui la situazione è stata piuttosto tranquilla fino a dicembre, quando il numero di ricoverati e morti è aumentato considerevolmente. Adesso, a causa della nuova variante inglese, le restrizioni sono state ulteriormente intensificate: i negozi e i servizi non essenziali sono chiusi, le scuole funzionano con la didattica a distanza, ristoranti e bar possono soltanto fare servizi da asporto. Si chiede in generale di annullare ogni genere di festa e di vedere il minor numero di persone possibile, al massimo cinque al di fuori del nucleo familiare e sempre le stesse. Si sconsiglia ogni tipo di viaggio in tutto il mondo e per l’ingresso in Danimarca ci sono requisiti severi. Invece non ci sono restrizioni per gli spostamenti all’interno del Paese. Per quanto riguarda la mia situazione personale, la distanza da amici e parenti in Italia comincia di nuovo a farsi sentire, ma grazie alla presenza dei miei bimbi di uno e tre anni vivo comunque una quotidianità quasi normale. Nelle settimane a venire dovrò fare un tirocinio in una scuola elementare che a causa della situazione attuale assumerà un aspetto totalmente diverso, ma spero che in un modo o nell’altro si riveli comunque produttivo”.