Demonte – “La mia è più che altro delusione per la non considerazione totale della nostra categoria. Noi gestori dei rifugi abbiamo questo Codice Ateco che non ci identifica né come bar, né come ristorante, però per gli obblighi amministrativi e burocratici siamo uguali ed equiparati a tutti gli altri, anche quelli di città”. A parlare è Andrea Caula, gestore del Rifugio Carbonetto di Demonte. I rifugisti sono stati fino ad adesso esclusi dai contributi statali, perché non rientravano nei codice Ateco. “Nella credenza popolare si pensa che noi che lavoriamo nei rifugi e in posti particolarmente difficili abbiamo chissà quali agevolazioni, ma nessuno ci da niente ed abbiamo gli stessi adempimenti di chi lavora in posti più comodi – dice -. Adesso, poi, che con la digitalizzazione si fa tutto online, dal registro presenze che si compila su un form, allo scontrino digitale e i pagamenti, per noi i problemi aumentano perché qui non sempre c’è il segnale internet, la corrente elettrica ce la produciamo noi e gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Quello che in centro Cuneo può essere un fastidio temporaneo, qui è un problema costante che si aggiunge all’incertezza della stagionalità. Abbiamo tutti gli stessi obblighi e va bene, ci mancherebbe, ma non abbiamo gli stessi servizi. Con questa emergenza le difficoltà poi si sono ulteriormente aggravate”.
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