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Domenica 22 dicembre 2024

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Il Piemonte ritorna in zona gialla da lunedì

La nuova ordinanza del ministro della Salute sarà firmata nelle prossime ore. Il presidente Cirio: “Il Piemonte in zona gialla da lunedì”. Potranno quindi riaprire bar e ristoranti (fino alle 18) e musei e sarà possibile viaggiare all'interno della Regione senza bisogno di autocertificazione

La Guida - Il Piemonte ritorna in zona gialla da lunedì

Roma – Il Piemonte torna in zona gialla. È quanto deciso oggi dal ministro della Salute, Roberto Speranza, in seguito ai dati degli ultimi 14 giorni esaminati dalla cabina di regia dell’Istituto superiore della sanità e la conferma arriva dal presidente della Regione, Alberto Cirio: “Dopo questa lunga giornata di confronto con il Governo, ho appena ricevuto la chiamata del ministro Speranza: il Piemonte è in zona gialla da lunedì”. Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di regia, dovrebbe firmare in serata la nuova ordinanza che entrerà in vigore domenica 31 gennaio per alcune regioni o lunedì 1° febbraio per altre (il Piemonte è tra queste), a seconda delle disposizioni contenute nell’ordinanza.

Solo quattro regioni e una provincia restano in arancione: Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e provincia di Bolzano. Tutte le altre invece diventano gialle (oltre a Campania, Toscana, Molise, Basilicata e Provincia di Trento che lo erano già) e si tratta di Lazio, Piemonte, Val d’Aosta, Marche, Friuli, Abruzzo, Lombardia, Veneto, Emilia, Calabria e Liguria.

Cosa cambia. Nella zona gialla è possibile viaggiare all’interno della Regione senza bisogno di autocertificazione, e possono aprire nuovamente bar e ristoranti, fino alle 18 (asporto e consegne a domicilio sono possibili fino alle 22) e riaprono anche i musei. È possibile praticare sport e attività motoria all’interno del territorio regionale e senza obbligo di autocertificazione.

Cosa non cambia. Rimane consentita una visita al giorno a casa di amici e parenti e in vigore il coprifuoco dalle 22 alle 5. Gli spostamenti tra regioni restano vietati almeno fino al 15 febbraio, ad eccezione del rientro al luogo di domicilio e abitazione e nei casi previsti dal modulo di autocertificazione (salute, esigenze lavorative e necessità).

I dati. In base al monitoraggio della Cabina di regia, tutte le Regioni tranne l’Umbria nel periodo tra il 18 e il 24 gennaio hanno dati da zona gialla, cioè un Rt inferiore a 1 e un rischio basso o moderato: il Piemonte ha un Rt puntuale di 0.82 e medio di 0.89.

“Ho appena concluso la riunione settimanale con i presidenti di Provincia, i prefetti e i sindaci dei Comuni capoluogo per illustrare l’ultimo Report del Ministero della Salute sull’andamento della pandemia in Piemonte – ha spiegato nel pomeriggio il presidente della Regione, Alberto Cirio – Abbiamo un Rt puntuale 0.82 e un Rt medio 0.89, siamo sotto soglia sulle terapie intensive, ma anche sulle terapie ordinarie. Nel cruscotto del Piemonte non c’è più una spia accesa in questo momento. Tutti i nostri parametri sono, pertanto, da zona gialla. Tuttavia c’è una differenza di interpretazione: secondo il Ministero i 14 giorni che da Dpcm devono trascorrere per poter passare in uno scenario meno restrittivo decorrerebbero dalla data di rilevamento del primo miglioramento, quindi dal Report del 22 gennaio. Questo comporterebbe uno slittamento della riclassificazione delle Regioni di una settimana. Noi abbiamo contestato questa analisi, perché quel report si riferisce alla settimana dell’11 gennaio e da allora sono già trascorsi i 14 giorni richiesti dal Dpcm. Questo è il momento della responsabilità, ce lo diciamo tutti i giorni e in Piemonte lo abbiamo sempre dimostrato. Responsabilità però vuol dire anche chiarezza. Pertanto questa situazione deve essere chiarita al più presto per non vanificare il sacrificio di tanti piemontesi. Sono in stretto contatto con gli altri presidenti di Regione che vivono la stessa situazione e attendiamo in serata risposte certe. Rimane il fatto che, così come ho condiviso con tutti i rappresentanti degli enti locali piemontesi, non si possono più attendere le decisioni sempre all’ultimo momento”.

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