Centallo – “Manteniamo acceso il lumignolo fumigante”. A fare da filo conduttore all’edizione 2021 della Giornata della Memoria centallese è stata una famosa esortazione del compianto don Giuseppe Barbero, cappellano militare durante la Seconda guerra mondiale, superstite di un campo di lavoro nazista e poi indimenticato arciprete del paese dal 1954 al 1985. Seguendo la sua esortazione, ogni partecipante alla Messa commemorativa del 27 gennaio ha deposto il lumino ricevuto all’uscita dalla chiesa parrocchiale ai piedi di uno dei tre luoghi-simbolo della Memoria centallese: il monumento agli internati di via Crispi, il monumento agli Alpini di piazza Vittorio Emanuele II e la croce ai Caduti senza nome sul sagrato del Pax Vobis.
“Il ricordo delle pagine più oscure del Novecento – ha spiegato durante la celebrazione commemorativa Pieranna Magnano, coordinatrice del Comitato della Memoria – sta vivendo una stagione difficile: siamo tutti vittima della cosiddetta malattia dell’oblio. A quanto pare, il 15% della popolazione italiana non crede che l’Olocausto sia un fenomeno storicamente esistito. Abbiamo il dovere di tenere accesa la luce della verità, seppur così fievole da rischiare di spegnersi in un mare di indifferenza”.
“Accanto agli orrori della Shoah – ha aggiunto il presidente uscente del gruppo Alpini Livio Giacoma – oggi ricordiamo anche la tragedia della ritirata di Russia del gennaio 1943, vista la concomitanza delle date. Sono molti i centallesi che non hanno fatto ritorno: li hanno definiti dispersi, parola che per anni ha alimentato tante false speranze. A tutti questi giovani va il nostro ricordo e la nostra preghiera”.
Alla funzione commemorativa hanno presenziato i rappresentanti delle varie associazioni locali con gli stendardi ufficiali, e il vicesindaco Antonio Panero in rappresentanza dell’amministrazione comunale.