Valle Varaita – L’Unione montana della valle Varaita chiede che si tenga conto anche della montagna nelle scelte sul nuovo ospedale del territorio: di qui la richiesta che al Tavolo di lavoro per la definizione della strategia di intervento siedano anche gli amministratori delle valli alpine ai piedi del Monviso, affinché siano tutelate le esigenze di chi in montagna continua a vivere tra tante difficoltà e che si valuti il criterio della minor distanza possibile dalle valli.
Nei giorni scorsi ha avuto ampia eco la notizia che la Regione, anziché riqualificare le strutture ospedaliere esistenti a Fossano, Saluzzo e Savigliano, sarebbe intenzionata a costruire un nuovo nosocomio da destinare a polo sanitario di riferimento per la zona nord-occidentale dell’Asl CN1, in cui si trovano le tre città e le vicine vallate alpine. La scelta, come dichiarato dall’assessore regionale alla Sanità Icardi in risposta alle richieste di chiarimento avanzate dai sindaci interessati, trae origine dall’analisi dei costi relativi agli adeguamenti degli edifici, più elevati del previsto e tali da rendere più conveniente realizzare una nuova struttura. Il presidente dell’Unione, Silvano Dovetta: “Chi abita nelle terre alte ha diritto di prendere parte a scelte che muteranno in modo netto le condizioni dell’assistenza sanitaria sui territori. Se prendiamo come riferimento il territorio dell’allora Comunitàmontana Valli del Monviso, che comprendeva le valli Po e Varaita, le persone che vivono in questa zona sono circa 45.000, un numero pari a quello degli abitanti di Saluzzo e Savigliano messi insieme. La montagna deve essere ascoltata allo stesso modo della pianura”.