Torino – Nell’inchiesta “Ream bis”, la vicenda giudiziaria dell’area ex Westinghouse e del debito Ream, che ha già visto la sindaca di Torino Chiara Appendino essere condannata per falso, finiscono anche due cuneesi, Sono Giovanni Quaglia, già presidente della Provincia di Cuneo, oggi presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, della Asti-Cuneo Spa e di molte altre società, l’ultima la Granda Bus, e Antonio Miglio, all’epoca consigliere di amministrazione di Ream, ora ai vertici della Cassa di Risparmio di Fossano. Quaglia e Miglio, insieme all’ex sindaco di Torino, Piero Fassino e alla dirigente del Comune di Torino Paola Virano avrebbero ricevuto quattro avvisi di garanzia per turbativa d’asta da parte del pubblico ministero presso il Tribunale di Torino Gianfranco Colace.
Secondo l’accusa all’epoca dei fatti ci sarebbe stato un accordo tra l’ex sindaco Fassino e il patron dell’Esselunga per poter realizzare un supermercato nell’area di via Borsellino. La gara del 2013 fu aggiudicata provvisoriamente e poi chiusa nello stesso giorno. Dietro a questa scelta ci sarebbe stata la volontà chiara fin dall’inizio, quando ad aggiudicarsi il diritto di prelazione sull’area era stata Ream che aveva versato la caparra da 5 milioni di euro, di agevolare Esselunga. Quando venne indetta la gara Ream non partecipò e i soldi non vennero restituiti.