Egregio direttore,
lunedì 25 gennaio il Consiglio comunale di Cuneo voterà un ordine del giorno a favore della costruzione del nuovo Ospedale a Confreria, nell’ attuale area del Carle. Dovrebbe essere l’ultimo atto, da parte del Comune, di un iter iniziato nel gennaio del 2018, quando si iniziò a parlare dell’esigenza di un “ospedale unico” e si istituì una commissione apposita, rimasta poi sostanzialmente ferma per quasi tre anni.
Prendiamo atto di questa accelerazione, favorita dalla possibilità di costruire una nuova sede contando sulla assegnazione dei fondi del Recovery o del Mes: il costo ipotizzato nei primi ordini del giorno (180-200 milioni di euro) la giustifica ampiamente.
Crediamo però che una decisione così importante, destinata a cambiare radicalmente la geografia degli spostamenti e della vita dei cittadini di Cuneo, non possa essere presa senza averli consultati, così come era stato previsto.
In realtà, la sensazione che abbiamo avuto, è che si sia ragionato a senso unico, senza realmente soppesare la possibilità di mantenere l’ospedale sull’altopiano, calando la decisione dall’alto e non tenendo conto né dell’opinione dei cittadini né dei 20 milioni di euro, spesi nel 2009 per l’ampliamento del blocco operatorio.
Solo nelle ultime settimane, grazie all’intervento di alcuni tecnici su La Guida, abbiamo potuto appurare che le cubature esistono e che sarebbe possibile costruire un ospedale di territorio a fianco di quello esistente, con tempi molto ridotti, come avevamo già proposto come Cuneo Solidale alcuni anni fa.
Il lentissimo iter della commissione, peraltro, rende le sue conclusioni datate in partenza.
Nel corso degli ultimi tre anni, e in particolare negli ultimi dodici mesi è cambiato completamente il paradigma della sanità. E questo dovrebbe spingere a progettare con uno sguardo diverso la medicina che verrà, necessariamente diversa da quella che abbiamo vissuto finora.
Ribadiamo quindi tutte le nostre perplessità sull’accelarazione della decisione e continuiamo a credere che si debba ancora valutare meglio la soluzione dell’Ospedale in centro, tanto più che le suggestioni avanzate per il recupero urbanistico, dell’area su cui oggi sorge il Santa Croce ci sembrano utopistiche, e al momento non tutelano il quartiere di Cuneo centro da un progressivo abbandono.
Giovanni Longo
DemoS Democrazia Solidale Cuneo