Roma – È in corso il secondo giorno, quello del Senato, del dibattito sulla fiducia a Conte. Il premier ha incentrato il suo discorso sulla scia di quello di ieri alla Camera dove ha incassato la fiducia con 321 sì, 6 in più della maggioranza assoluta grazie al supporto dell’ex Forza Italia Renata Polverini e di sette ex 5 Stelle ora del Gruppo Misto.
Nella lunga discussione del pomeriggio intervengono anche due cuneesi ed entrambi annunciando, pur su sponde diverse, il no alla fiducia a Conte.
Duro l’intervento della braidese Emma Bonino, la senatrice di +Europa: “Basta fare un giro in un ospedale o nelle case degli italiani per capire che la situazione descritta lei non è vera. Così come non è vero che al governo è tutta armonia per il bvene degli italiani, è una maggioranza litigiosa come litigioso e il rapporto Stato-Regioni. Ci avete sommersi di Dpcm e credo anche io che una svolta sia necessaria ma non può avvenire con una maggioranza raccogliticcia fondata su chi veniva sprezzantemente chiamato voltagabbana e ora fate assurgere a salvatore della patria. Non spetta a Conte né favorire né ostacolare le riforme a partire da quella della legge elettorale: è una prerogativa parlamentareCi serve un governo forte e responsabili e quello di Conte non lo era prima e non lo sarà dopo. La politica sono fatti, non aritmetica”.
Daniela Santanché di Fratelli d’Italia liquida il governo come quello di “Conte la qualunque con un premier che è uno, nessuno centomila, e cambia le maggioranza con la facilità con cui cambia la sua famosa pochette, per rimanere su quella “cadrega” dove ancora siede. Non ha a cuore l’interesse degli italiani”.