Cuneo – La proliferazione incontrollata della fauna selvatica, soprattutto di lupi, caprioli e cinghiali, preoccupa gli agricoltori e le associazioni di categoria. In particolare, Confragricoltura Cuneo richiama l’attenzione delle istituzioni sul problema che, complice la pandemia, rischia di trasformarsi in emergenza la primavera prossima. Con il dilagare dell’emergenza sanitaria, infatti, dallo scorso novembre l’attività venatoria, che contribuisce a contenere la fauna selvatica, è stata interdetta e in parte limitata. Riautorizzata poi dalla Regione come attività “di interesse pubblico”, è in queste settimane ostacolata dalla neve caduta copiosa alle nostre latitudini. “I Comprensori alpini e gli Ambiti territoriali di caccia – spiega Roberto Abellonio, direttore di Confagricoltura Cuneo – possono recuperare i giorni persi, ma con i terreni innevati di queste settimane la caccia al cinghiale, ad esempio, è vietata nei territori di pianura, dove peraltro provoca i danni più ingenti. Il risultato dunque è che la prossima primavera, con le semine e la ripresa vegetativa delle piante, ci troveremo di fronte ad una reale emergenza, con danni incalcolabili alle colture. Occorre dunque intervenire con provvedimenti urgenti, motivati dall’eccezionale momento che stiamo vivendo, semplificando le procedure per gli abbattimenti controllati e preparandosi già da ora – conclude il direttore – a stanziare fondi straordinari per il ristoro dei danni alle aziende agricole, che saranno importanti”.
Un intervento incisivo viene invocato da Confagricoltura anche sul fronte della presenza del lupo sui nostri territori. “I recenti avvistamenti di lupi che circolano indisturbati alle porte di paesi di media collina, quando non di pianura, – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Cuneo – pongono con urgenza all’attenzione di tutti il proliferare pressoché incontrollato di questa specie animale sul nostro territorio. Un problema non nuovo, ma sempre più grave non solo per i danni che gli attacchi provocano alle tante attività zootecniche attive nella nostra provincia, ma anche per il potenziale rischio arrecato alla sicurezza pubblica dei cittadini”.