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Lunedì 23 dicembre 2024

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Multe a tre aziende per illecita gestione dei rifiuti aziendali

Intervento a Barge di Carabinieri Forestali e Polizia locale per bloccare lo sversamento di residui di lavorazione della pietra in tre corsi d'acqua

La Guida - Multe a tre aziende per illecita gestione dei rifiuti aziendali

Barge – I Carabinieri Forestali di Barge hanno elevato alcune sanzioni amministrative per un importo complessivo di oltre 21.000 euro e segnalato all’autorità giudiziaria tre ditte titolari di attività estrattive per illecita gestione dei rifiuti aziendali e per la mancanza di adeguate autorizzazioni per quanto riguarda gli scarichi e la gestione delle acque tecnologiche.
Dopo segnalazioni di privati cittadini e sopralluoghi effettuati in collaborazione con l’Arpa di Cuneo, con la Polizia locale della Provincia di Cuneo e con la Polizia municipale di Barge, i militari hanno accerato la presenza di materiale litoide in sospensione in tre corsi d’acqua: il Rio Secco, il Rio Infernotto e il Rio Chiappera.
Nel primo caso è stata individuata una tubazione interrata che convogliava i residui della lavorazione della pietra direttamente verso il torrente.
Nel secondo caso erano le stesse acque dei torrenti a essere inizialmente utilizzate come acque tecnologiche (cioè direttamente utilizzate nel ciclo produttivo aziendale) e successivamente riversate nei torrenti insieme allo sfrido proveniente dai piazzali di lavorazione. Lo sversamento avveniva senza alcuna preventiva azione di filtraggio o decantazione dei fanghi, comportando un marcato intorbidimento delle acque del torrente a valle dell’impianto.
Nel terzo sito, invece, l’intorbidimento delle acque era conseguenza dell’utilizzo improprio della vasca di decantazione delle acque tecnologiche, ovvero delle omesse manutenzioni. In particolare è stato accertato come la vasca, satura di materiale litoide e priva di manutenzione, tracimava acque torbide che venivano in seguito convogliate, tramite il reticolo di scolo delle acque piovane, in una tubazione, che a sua volta sversava il materiale direttamente nel Rio Chiappera.
Da qui i provvedimenti nei confronti delle tre aziende di lavorazione della pietra coinvolte.

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