Cuneo – È giunto a conclusione il processo per disturbo della quiete pubblica che alcuni residenti di via Quattro Martiri hanno intentato contro il gestore del locale Lucertolo’s . Una vicenda nata nel 2015 con la querela presentata da 15 residenti dei palazzi vicini al locale e proseguita con altre denunce nel 2016 e 2017; tra oblazioni e defezioni dei querelanti, che ora sono rimasti in quattro, si è conclusa l’istruttoria del terzo processo relativo alla querela del 2017. Nell’atto d’accusa si parla di schiamazzi e urla fino a tarda notte, con insulti dei clienti del locale locale ai residenti che chiedevano di abbassare il tono della voce. Da parte sua il gestore del locale ha anche affisso un invito ai clienti ad evitare schiamazzi e come previsto dal Comune smonta il dehor estivo ogni sera. A difesa dell’imputato avevano anche deposto alcuni inquilini dei palazzi vicini al locale che hanno dichiarato di non essere mai stati disturbati dalla clientela, anche durante i mesi estivi quando si tengono le finestre aperte. Nell’ultima udienza l’accusa ha ribadito che il gestore del locale non ha fatto tutto quanto era possiible per evitare urla e schiamazzi e per questo ha chiesto la condanna al pagamento di un’ammenda di 300 euro. La parte civile ha chiesto la condanna ad un risarcimento da definirsi in sede civile, ribadendo che il processo in corso non era una crociata nei confronti della movida, quanto nei confronti della cattiva educazione degli esercizi pubblici vincolati ad una serie di disposizioni tra cui la vigilanza sui propri clienti affinché questi non creino disturbo della quiete pubblica. Da parte sua la difesa nel chiedere l’assoluzione dell’imputato, ha sottolineato il fatto che anche in occasione dei controlli delle forse dell’ordine non fosse stata riscontrata alcuna violazione e che in realtà gran parte delle lamentele sono rivolte proprio alla gestione del centro storico da parte dell’amministrazione comunale, un dibattito in cui si è trovato in mezzo anche il gestore del locale. Il processo è stato quindi rinviato al 3 febbraio per la lettura della sentenza.